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Per promuovere la cultura della solidarietà abbiamo bisogno anche di te.

 

 

ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

 

L’iniziativa nasce nel “Centro Poiesis” per favorire le sue attività, tutte finalizzate alla relazione di aiuto alla persona, per la crescita sociale, psicologica e spirituale mediante il valore della solidarietà, al fine di arrecare beneficio diretto a favore di persone svantaggiate in ragione delle condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari.

 

 

POLO ETICO GIURIDICO

  Etico si riferisce al bisogno di capire cosa sia bene e male per l’uomo.

Giuridico si riferisce alle norme e le leggi in vigore in quel territorio che regolano la communitas.

La Giustizia non può avere sentimenti. L’essere umano che viene indagato per l’accertamento dei fatti rischia di chiudere ulteriormente il proprio cuore, o di aprirlo definitivamente.

E’ qui che si gioca una grande opportunità nella nostra vita.

 Il terapeuta accompagna l’uomo verso il proprio vero sé alla scoperta dei propri principi etici. L’avvocato lo sostiene dal punto di vista tecnico nell’affrontare l’iter giudiziario.

Entrambi i ruoli hanno una loro specificità. Le due istanze sembrerebbero difficilmente conciliabili, e la verità giuridica sembra non avere niente a che fare con la verità di quella persona.

E’ per questo che è nato il Polo Etico Giuridico. Per sostenere il bisogno di rimanere autentici, nonostante tutto.

Chi fosse interessato a collaborare può mettersi in contatto con la referente della iniziativa:

 

Segreteria Centro Poiesis 070.504.604 - centro.poiesis@tiscali.it

Il diritto stabilisce fondamentali regole di convivenza che, se rispettate, prevengono le controversie prima ancora che esse sorgano, secondo principi che sono espressione della società che li produce. Perciò il diritto è uno specchio della società. Possiamo essere contenti dell’evoluzione che ci ha portati da una legge che dava ai genitori diritti di vita e morte sui propri figli ad una legge che obbliga i genitori a prendersi cura dei propri figli. Fare di più di ciò che la legge chiede è materia dell’amore.

Se tutti fossimo ugualmente capaci in ogni momento di un amore puro e profondo, di una chiarezza intellettuale acuta, e soprattutto se fossimo esenti dalle mille ferite che ci condizionano nel dare un significato agli eventi e alle relazioni che viviamo, forse non servirebbe il diritto. Molti di noi in alcuni ambiti della vita sono in grado di superare la giustizia “minima” garantita dal diritto in virtù di un bene superiore. Guardiamoci però negli ambiti particolarmente critici della nostra vita, quegli ambiti in cui si manifestano le nostre ferite più profonde che ci portano a sentire la nostra sofferenza come ingiusta e il nostro bisogno come prevalente su tutto il resto: senza rendercene conto rischiamo di limitare i diritti dell’altro o al contrario essere limitati ingiustamente nei nostri diritti, anche fondamentali. Per questo è necessario ammettere che il diritto è un bene per noi e se esso è imperfetto, è perché noi siamo imperfetti. Siamo in cammino, come singoli e come società, e tutte queste espressioni della società camminano con noi

Giovanna Salis.

 

 

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