MOVIMENTO PSICOSPIRITUALE
PER
UNA POLITICA SOCIALE E SANITARIA INTEGRATA COL BISOGNO
DI
CRESCITA INTERIORE PSICOLOGICA E SPIRITUALE DELL’UOMO.
“Capire quindi come si possa favorire
la crescita interiore delle persone mentre ci si occupa di loro negli aspetti
socio sanitari è l’integrazione che ci attende, la sfida che non possiamo
perdere”.
CREAZIONE
DI UNA COMMISSIONE PER LA NUOVA UMANITA’ IN PSICHIATRIA
Alla cortese
attenzione di:
Marco Guzzi - DARSI PACE
Mauro Scardovelli - ALEPH
A tutti coloro che desiderano impegnarsi per un nuovo corso in
psichiatria.
Chiediamo che venga costituito un gruppo di lavoro che si occupi di
analizzare le criticità della attuale organizzazione della psichiatria
italiana, in particolare sulle procedure coercitive e di negazione momentanea
della libertà (TSO), affinché possano essere favoriti i valori della libertà e
di conseguenza della crescita personale degli individui coinvolti in una
dinamica di sofferenza. Troppo sbrigativo oggi utilizzare metodi coercitivi che
non tengono conto delle importanti innovazioni raggiunte in questi decenni
dalla comunità umana.
Illustri compagni di viaggio,
nel 2018 festeggiamo i 40 anni dell’attuale corso avutosi per la
psichiatria dal 1978, innescato da Franco Basaglia. Se il suo modello poteva
sembrare un passo in avanti rispetto alla realtà manicomiale di allora,
certamente oggi siamo di fronte a tutti i limiti di una visione così parziale e
oramai obsoleta e per certi aspetti anche pregiudizievole.
Gli aspetti sociali ed economici sono certamente importanti ma non
assumono il primato in psichiatria. In 40 anni la realtà dell’uomo è
profondamente cambiata, non possiamo più andare avanti senza tenere conto delle
importanti acquisizioni avvenute in tutti i campi, compreso il campo
scientifico.
La psichiatria è l’unica branca della medicina dove viene di fatto
applicato il Trattamento Sanitario Obbligatorio, previsto invece per tutte le
discipline mediche. Questo perché risulta davvero eccezionale la condizione in
cui sia davvero utile applicarlo. In realtà è diventata una normale prassi
nella psichiatria italiana, in quanto è effettivamente più sbrigativo compilare
un modulo e attivare le forze dell’ordine che capire la diversità di quella
persona ed il suo comportamento anomalo.
Umilmente ci proponiamo, come rappresentanti del neo nato Movimento Psicospirituale, per favorire
un dibattito con la communitas, che possa finalmente arrivare anche fino a
coloro che hanno potere di cambiare le cose.
Chiediamo
che venga costituito un gruppo di lavoro che si occupi di analizzare le
criticità della attuale organizzazione della psichiatria italiana, in
particolare sulle procedure coercitive e di negazione momentanea della libertà,
affinché possano essere favoriti i valori della libertà e di conseguenza della
crescita personale deli individui coinvolti in una dinamica di sofferenza.
Troppo sbrigativo oggi utilizzare metodi coercitivi che non tengono conto delle
importanti innovazioni raggiunte in questi decenni dalla comunità umana.
PROPOSTE
PER IL CAMBIAMENTO
I
momenti di crisi delle persone sono un’importante occasione di crescita che
smuove modalità vecchie e disfunzionali, per lasciare il posto a nuove risorse più
evolute. Non riuscire a dare compimento al processo di crescita interiore
innescato dal momento di crisi è il vero dramma dell’uomo: se la crisi, anziché
far crescere, annienta la persona e la rende avulsa dal contesto umano, a
niente sarà servita tutta la sofferenza che si accompagna sempre ai momenti di
crisi dell’uomo. Favorire la crescita delle persone in occasione delle crisi è
quindi un obiettivo nobile ed elevato, sul quale vale la pena investire.
La
diversità tra le persone, già nei rapporti familiari, è la prima esperienza che
ci spinge verso l’integrazione sociale, o verso la divisione. Maturare la
consapevolezza che nessuna diversità può impedire di amarci di un amore vero, è
un obiettivo sacro verso il quale tutti abbiamo bisogno di tendere.
Possiamo
affermare che l’uomo nasce per compiere un percorso di crescita interiore e che
fin dal principio è stato creato per vivere l’amore in tutte le relazioni. In
questo difficile cammino si perde in sentieri privi di senso, e questo causa e
determina una sofferenza profonda.
• La realtà territoriale di cura.
Coloro
che sono chiamati ad accogliere questa sofferenza dell’uomo dovrebbero quindi
essere in grado di capire l’intima origine del disagio umano, mentre cercano,
con le cure mediche e psicologiche e con gli interventi sociali, di renderlo
meno devastante e distruttivo.
Prima
ancora dell’intervento psicoterapeutico, il disagio arriva alle strutture
sanitarie pubbliche e private alle quali è deputato il ruolo di indirizzare la
persona sofferente. Ne deriva che la “carriera” della persona sofferente e del
suo cammino di cura viene fin dall’inizio condizionata dalla visione che gli
operatori sanitari hanno della sofferenza psichica dell’uomo.
Franco
Basaglia ha creato, alcuni decenni fa, un nuovo modo di approcciare alla
persona che soffre, ma non è riuscito a completare il suo lavoro. Ha investito
sull’aspetto sociale ma forse non ha dato sufficiente importanza ad altri
essenziali aspetti coinvolti nella insorgenza e nel mantenimento del disagio
psichico. Non possiamo assolutamente continuare a lavorare con dei principi
che, pur innovativi in quell’epoca perché spostavano l’attenzione dall’aspetto
strettamente medico, non sono in grado di dare ancora oggi una risposta
sufficientemente valida alle procedure e all’approccio alla persona che soffre.
Possiamo e dobbiamo migliorare, dobbiamo proseguire nel cammino tenendo conto
delle importanti acquisizioni scientifiche e culturali avvenute nel tempo.
Ma
quali potrebbero essere i punti sui quali lavorare per fornire agli operatori
della salute mentale e quindi alla cittadinanza, un servizio sempre più
adeguato, che possa essere sempre più degno del sacro valore della persona
umana?
L’organizzazione
dei dipartimenti di salute mentale (DSM), che operano (o dovrebbero operare)
con le risorse presenti nel territorio, sia pubbliche che private, deve tenere
sempre più conto (già lo fa) dei bisogni fondamentali dell’uomo, e non solo,
quindi, dei protocolli medici.
Ci
vuole coraggio, ma dobbiamo farlo, dobbiamo prendere atto che un cambiamento
forte ci attende. Poca integrazione e collaborazione esiste tra le diverse
agenzie di cura, con la conseguenza che non vengono sempre fornite le
necessarie alternative possibili.
Le
proposte per il cambiamento e sulle quali impegnarsi includono la stimolazione
di un dibattito culturale sulla gestione della psichiatria nel territorio. Sono
argomenti sui quali discutere, per esempio la gestione del trattamento
sanitario obbligatorio, la presa in carico nei centri di salute mentale, la
gestione dei casi in collaborazione, l’accettazione della diversità dovuta
all’unicità della persona e di conseguenza la personalizzazione
dell’intervento. Ecco alcuni spunti di riflessione.
-
La gestione del trattamento sanitario obbligatorio (TSO), affinché si valutino,
sempre più, tutte le alternative possibili alla limitazione coatta della
libertà, tenuto conto che oramai le possibilità di intervento, e quindi di
cura, hanno assunto, con gli sviluppi degli ultimi decenni, un ventaglio di
alternative veramente vasto.
-
La presa in carico nei Centri di Salute Mentale (CSM), affinché l’utente sia
sempre più libero di scegliere il medico o la struttura che è di maggiore suo
gradimento, affinché possa interagire con gli operatori in un rapporto
realmente collaborativo, per aumentare la “compliance”, e che quindi le aziende
per la salute convergano le risorse laddove il cittadino preme di più la sua
richiesta di aiuto, perché la trova più adatta a sé: questo sarebbe in linea con
le normali “leggi di mercato” per l’ottimizzo delle risorse e dei servizi
offerti. L’assurdità che il cittadino non possa liberamente scegliere da chi
farsi curare è una prerogativa purtroppo solo della psichiatria.
-
La gestione dei casi in collaborazione con le risorse territoriali come le
associazioni, per una gestione dei centri adeguata al principio della
integrazione e della inclusività, dove la normalità entra nelle strutture
psichiatriche e contribuisce a creare sinergia sociale e promozione delle
individualità.
-
L’accettazione della diversità, in quanto i protocolli medici, utili da un
lato, quando gestiti troppo rigidamente rischiano di escludere fondamentali
risorse al servizio di una strategia di cura che tenga conto della unicità
della persona, che non sempre ha solo bisogno del farmaco per innescare un vero
processo di guarigione; è anche per questo che ci ammaliamo, perché siamo
schiacciati da tutte le aspettative non autentiche della nostra vita che non
consentono un adeguato dialogo interno e poi relazionale. Non riusciamo quindi,
purtroppo, ad essere veramente noi stessi, a trovare e vivere il nostro Vero
Sé.
-
La personalizzazione dell’intervento presuppone che esistano molte vie per
arrivare ad una buona soluzione quando stiamo operando in campo umano. La
necessità urgente di “cura” può e deve essere intesa come la urgenza di
prendersi cura di una situazione umana di sofferenza psichica e non
necessariamente solo una cura intesa in modo esclusivamente medico.
Ringraziamo
sentitamente per la cortese attenzione.
Il
Direttivo del Movimento Psicospirituale
Il
Presidente Dott. Enrico Loria