Incontro al Monastero Benedettino di Sorres: un aggiornamento sulla realtà della Meditazione Cristiana in Sardegna

a cura di Enrico Loria

Cari amici,

come sapete il 14 novembre 2004 si è realizzato un incontro tra meditatori del gruppo di Cagliari e quello di Sassari. E’ stata la prima occasione di questo tipo, e temevo potesse non esserci una risposta all’invito. E’ stato incoraggiante vedere che eravamo 24 partecipanti. E’ stato bello essere accolti in un’atmosfera, quella del convento, davvero ricca di spiritualità, tanto che dopo tante vicissitudini e difficoltà, all’improvviso mi sono reso conto che da lì qualcosa ripartiva. E’ stato come ritrovare la strada dopo un periodo di grande incertezza, iniziata con la delusione per la mancata possibilità di Padre Laurence di realizzare la visita in Sardegna la scorsa estate.

Mentre in gruppo condividevamo l’esperienza, ci siamo ritrovati abbastanza facilmente sul fatto che abbiamo un gran desiderio di dare una struttura più definita alla realtà sarda per la meditazione. Essere in un’isola significa avere molte più difficoltà ad incontrarsi con gli altri meditatori italiani nelle varie occasioni. Com’è stato facile invece prendere una macchina e viaggiare, anche se per un paio d’ore, per incontrare gli amici della meditazione.

Penso che per ora possiamo solo iniziare a pensarci. Per ora, facciamo riferimento per le diverse necessità a Rossella coordinatrice per il Sud Italia, o direttamente a M.Grazia coordinatrice Nazionale. Poi si vedrà. Potremo per esempio iniziare una dialettica tra i gruppi, ed arrivare a nominare un coordinatore regionale, che sia accettato dal coordinamento nazionale.

Ma parliamo ora di come possiamo procedere. Al centro poiesis ci siamo dati una struttura per proseguire il mercoledì alle 20,30 gli incontri di meditazione. A Sassari suor Angela ha ripreso dopo la pausa estiva gli incontri il venerdì sera, e M.Giovanna, che ha anche partecipato a settembre alla conferenza nazionale è disponibile a collaborare con me per la organizzazione della giornata (probabilmente mensile) al monastero di Sorres. Sono previsti in questa giornata, oltre ai due periodi di meditazione, la messa, i momenti di canto e preghiera dei monaci (ora media e vespri), e due periodi di esperienza di gruppo (studio-lavoro) che potranno essere utilizzati in vario modo secondo le necessità della comunità, che avranno comunque la caratteristica di stimolare la crescita interiore.

L’importanza di questa giornata di incontro deriva dal fatto che l’intenzione è nel frattempo di fare nascere altri piccoli gruppi di meditazione in Sardegna, secondo lo spirito della comunità. Nelle giornate d’incontro è possibile costruire quei legami e dare una occasione di sostegno alle persone che frequentano o conducono i singoli gruppi.

Bello? A me sembra di si. Cosa ne pensate? Sarebbero graditi pareri, commenti, suggerimenti rispetto all’iniziativa da parte dei vari amici meditatori italiani via e-mail.

 

Chi è responsabile della mia sofferenza?

 

Per quanto riguarda la riflessione spirituale di questa sera, vorrei rimanere su un tema che abbiamo più volte affrontato. Scopo della meditazione è attingere dal profondo di se stessi la fonte della consapevolezza, che in questo caso è consapevolezza spirituale. Questo ci rende autonomi nei momenti della prova, ci rende saldi quando veniamo perseguitati.

Chi decide di iniziare, proseguire, interrompere, riprendere, completare il cammino? Come posso decidere un cammino interiore se non ho compreso che "la Via" passa dentro me e non la debbo ricercare dando la responsabilità a qualcosa che sta esternamente a me?

Di solito quando abbiamo una difficoltà, non ci viene subito in mente che quella difficoltà è per me, e che con umiltà ho il compito di affrontarla. Spesso ci viene più facile prendercela con qualcuno, che riteniamo sia responsabile della mia sofferenza. E’ l’inizio di una catena negativa. Il Dalai Lama quando è stato ingiustamente perseguitato, ha scelto di cercare un altro luogo dove vivere, piuttosto che perseguitare i suoi nemici. Ha spezzato la catena. Pur non avendo mai smesso di pensare che stava subendo un sopruso, non ha attaccato i suoi nemici, e non ha assecondato in modo compiacente una sudditanza che presupponeva una perdita dei suoi ideali e valori. Ma non si è neanche messo a lottare contro di loro. Ha proseguito la sua missione altrove.

Può darsi che questo discorso possa sembrare a qualcuno assurdo, per altri sarà invece già acquisito. In ogni caso voglio dirvi, per quanto possiate cercare, non esiste altra via al di fuori di questa che possa condurci verso una strada che non ha fine, e che quindi prosegue senza ostacoli tali da impedirci di proseguire verso il paradiso. Tutte le altre si bloccano lasciandoci a terra, e costringendoci a rincominciare.

Cari amici, questa sera riflettiamo attentamente su questo. Prendiamo in considerazione questa ipotesi di vita. Preghiamo lo spirito perché ci illumini.