10 - Meditazione Cristiana e autonomia

di Enrico Loria

Cari amici,

i vari passaggi descritti nelle precedenti comunicazioni (relazione con sè stessi e con Dio, separazione, riavvicinamento, confusione) fanno parte di un processo che ci porta verso una maggiore autonomia e indipendenza. Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi. Non facciamoci di nuovo rendere schiavi da qualcuno o da qualcosa.

Ma cosa si intende per autonomia?

Siamo abituati a "rendere conto" a molte cose. Dipendiamo dai limiti della realtà, ma anche dalle regole e dalle persone che le governano, affinché la vita possa essere organizzata, e questo è buono. Le organizzazioni però finiscono per dipendere anch’esse dai bisogni di sopravvivenza, e richiedono agli individui un certo grado di adattamento per potere esistere. Il problema è che le modalità dell’organizzazione dell’esistenza possono coprire la scoperta della verità e distrarci da essa, tanto quanto possono favorirla. Ciò è umano ed inevitabile: normalmente abbiamo necessità che ciò avvenga. Quanto questo quindi possa integrarsi con la nostra necessità di assecondare la nostra unicità e la nostra soggettività, che abbiamo visto è l’unica strada per riscoprire la vera essenza della vita spirituale, è dato a ciascuno stabilirlo. La nostra coscienza è in realtà la principale istanza a cui dobbiamo rendere conto. L’autonomia in questo senso consiste nella scoperta della nostra personale responsabilità nel condurre la nostra vita. Non possiamo demandare a nessuno le scelte che spettano a noi. Le crisi che sopraggiungono quindi nei momenti di scelta nella nostra vita sono tutte finalizzate a portarci verso una maggiore autonomia.

Perché questo è fondamentale nel cammino di crescita interiore?

Prima o poi ci ritroviamo chiamati a scelte da cui dipende una conseguenza, per la legge di causa-effetto. Ciò che scegliamo ha il potere di cambiare la nostra storia o quella degli altri. Ponzio Pilato, impegnato a difendere il proprio potere nel ruolo di governatore mediante la diplomazia, trascura di difendere il proprio potere nel cammino di scoperta della verità mediante l’essere giusto. Lo spirito di Dio, che soffia dove vuole e non ha bisogno di arruolarsi nelle organizzazioni umane, conduce il Cristo verso la passione e gli dona l’autonomia per amare fino all’ultimo momento tutti i suoi fratelli, nonostante nessuno si schierasse per aiutarlo. Mediante la scelta estrema di rinuncia alla propria vita in prospettiva del regno del Padre, riesce ad accettare la sua prova, apparentemente illogica secondo gli schemi di convenienza umana.

Come possiamo imitarlo?

E il frutto di un esercizio che dura tutta la vita. E’ un allenamento progressivo, che ci porta ad una maturazione verso la santità, che normalmente ci giochiamo per gradi. Superata con successo una piccola prova, ricevuta in premio la consapevolezza spirituale di ciò che è accaduto (illuminazione), siamo pronti per affrontare in futuro una nuova più complessa ed importante prova. E’ meraviglioso!

Perché accettare?

Se tutto ciò trascende le logiche umane, potremmo pensare che sia insensato accettare le prove. In realtà, prima o poi capiamo che il senso stesso della nostra vita non possa essere trovato se non proseguendo in questo cammino di crescita interiore. A volte siamo fortunati e riusciamo ad intuirlo con gioia, a volte lo capiamo dopo una persecuzione od una sventura. Non importa, l’importante è essere in cammino.

Con la meditazione favoriamo la consapevolezza spirituale, e rendiamo il cammino molto più efficace. Il passaggio verso una maggiore autonomia è sia il frutto di un periodo di prova, sia la premessa per un ulteriore passo di crescita. Accettare è indispensabile perché possiamo farci trovare preparati nel momento in cui perderemo il nostro corpo, quando quindi non potremo più operare autonomamente per la nostra crescita interiore. Pensateci.